venerdì 19 marzo 2021

VIVA LA COMUNE DI PARIGI

150° anniversario della Comune di Parigi

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VIVA LA COMUNE DI PARIGI, IL PRIMO GOVERNO SOCIALISTA DELLA STORIA!

«All’alba del 18 marzo, Parigi fu svegliata da un fragore di tuono: “Vive le Commune!”. Che cos’è dunque la Comune, questa sfinge che tormenta così seriamente lo spirito dei borghesi? I proletari di Parigi – diceva il Comitato centrale nel suo manifesto del 18 marzo – in mezzo alle disfatte e ai tradimenti delle classi dominanti hanno compreso che è suonata l’ora per essi di salvare la situazione prendendo nelle loro mani la direzione degli affari pubblici [...]. Il proletariato [...] ha capito che era suo dovere imperioso e suo diritto assoluto prendere nelle sue mani il proprio destino, e di assicurarsene il trionfo impadronendosi del potere. [...] Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti».

(Karl Marx, La guerra civile in Francia, Londra, 30 maggio 1871)

Il 18 marzo 1871 la Guardia Nazionale, una specie di forza armata composta da volontari per aiutare la difesa della città di Parigi durante l’assedio subito dai tedeschi, insieme a disertori dell’esercito e alle masse popolari armate, presero il controllo della città. L’amministrazione venne affidata ad un comitato centrale, che si preoccupò di organizzare delle elezioni, dopo le quali, il 25 marzo venne formato un vero e proprio governo, che assunse una chiara matrice socialista, tanto è vero che tra le prime decisioni prese vi fu quella di sostituire al tricolore la bandiera rossa. Il governo rivoluzionario, che tra l’altro mantenne una buona popolarità e seppe garantire un certo livello di servizi pubblici, prese numerosi provvedimenti: dall’eliminazione dei turni notturni dei panifici, all’istituzione di una pensione per le vedove e gli orfani di guerra, dalla restituzione dei beni dati in pegno allo stato durante l’assedio, al riconoscimento del diritto dei lavoratori di impossessarsi della propria fabbrica se abbandonata dal proprietario, istruzione obbligatoria, gratuita e impostata su basi scientifiche; importanti i provvedimenti laici come la separazione dello Stato dalla Chiesa, la soppressione dei finanziamenti statali e la confisca dei cosiddetti beni di manomorta – mobili e immobili – appartenenti alle congregazioni religiose. Molti di questi provvedimenti però non poterono essere applicati vista la breve vita che ebbe la Comune e la tragica fine che subì. Ciò nonostante la Comune è diventata leggenda (come dimostrano i ripetuti omaggi tributati da Marx, Lenin e tantissimi altri) come il primo esperimento di impronta chiaramente ed esplicitamente socialista della Storia.



LA COMUNE DI PARIGI 1871 : L’”Indirizzo” di Carlo Marx sull’epica impresa dei comunardi


Lettera di Marx a Weydemeyer

… Al tuo posto osserverei, a proposito dei signori democratici en général, che costoro farebbero meglio a prendere conoscenza della letteratura borghese, prima di pretendere di abbaiare contro chi ne è l’antagonista. Questi signori per esempio dovrebbero studiare le opere storiche di Thierry, Guizot, John Wade ecc., per informarsi sulla passata “storia delle classi”. Dovrebbero prendere conoscenza degli elementi primi dell’economia politica, prima di mettersi a criticare la critica dell’economia politica. Per esempio basta aprire la grande opera di Ricardo per trovare in prima pagina le parole con cui egli apre la prefazione.

“Il prodotto della terra, tutto quanto viene ottenuto dalla sua superficie con l’applicazione unita di lavoro, macchine e capitale, si distribuisce tra tre classi della comunità; cioè il proprietario della terra, il proprietario del capitale necessario a coltivarla, e gli operai con il cui lavoro la terra viene coltivata”.

Ora, quanto poco la società borghese sia maturata negli Stati Uniti per rendere evidente e comprensibile la lotta delle classi, di ciò fornisce la dimostrazione più brillante C. H. Garey (di Philadelphia), l’unico importante economista nordamericano. Egli attacca Ricardo, il rappresentante più classico della borghesia e l’avversario più stoico del proletariato, come un uomo la cui opera sarebbe l’arsenale per gli anarchici, i socialisti, insomma per tutti i nemici dell’ordinamento borghese. Egli rimprovera non solo a lui ma anche a Malthus, MilI, Say, Torrens, Wakefield, MacCulloch, Senior, Whaiely, R. Jones ecc., questi capifila dell’economia in Europa, di dilaniare la società e di preparare la guerra civile, quando dimostrano che i fondamenti economici delle varie classi debbono provocare tra loro un antagonismo necessario e sempre crescente. Egli cerca di confutarli, non certo come lo sciocco Heinzen collegando l’esistenza delle classi all’esistenza di privilegi e monopoli politici, bensì cercando di dimostrare che le condizioni economiche: rendita (proprietà fondiaria), profitto (capitale) e salario (lavoro salariato), invece di essere condizioni della lotta e dell’antagonismo, sono piuttosto condizioni di associazione ed armonia. Naturalmente egli non fa che dimostrare che le condizioni “non sviluppate” degli Stati Uniti sono per lui le “condizioni normali”.

Per quanto mi riguarda, non a me compete il merito di aver scoperto l’esistenza delle classi nella società moderna e la loro lotta reciproca. Molto tempo prima di me, storiografi borghesi hanno descritto lo sviluppo storico di questa lotta delle classi ed economisti borghesi la loro anatomia economica. Ciò che io ho fatto di nuovo è stato: 1) dimostrare che l’esistenza delle classi è legata puramente a determinate fasi storiche di sviluppo della produzione; 2) che la lotta delle classi conduce necessariamente alla dittatura del proletariato; 3) che questa dittatura medesima non costituisce se non il passaggio all’abolizione di tutte le classi e a una società senza classi. Mascalzoni ignoranti come Heinzen, i quali non solo negano la lotta, ma persino l’esistenza delle classi, dimostrano soltanto, nonostante i loro latrati sanguinari e le loro pose umanistiche, di ritenere le condizioni sociali nelle quali la borghesia domina come il prodotto ultimo, come il non plus ultra della storia, di non essere che servi della borghesia, una servitù che è tanto più ripugnante, quanto meno questi straccioni riescono a capire anche solo la grandezza e la necessità transitoria del regime borghese stesso. …

domenica 4 febbraio 2018

PER IL SINDACATO DICLASSE ROSSO MARX ENGELS LENIN

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PER IL SINDACATO DI CLASSEROSSO


MARX ENGELS LENIN

IL MONUMENTO DEL PENSIERO COMUNISTA INESAURIBILE PER LO SVILUPPO DEGLI OPPRESSI

LA LOTTA DÌ CLASSE E LA VIA MAESTRA

FARE SINDACATO DÌ CLASSE ROSSO È E DEVE ESSERE UN'IDEALE DÌ VITA CONTRO LA SOCETA CAPITALISTA IMPERIALISTA DEI PARTITI AL POTERE QUESTA SOCIETÀ, È FONDATA SUL LAVORO SALARIATO=MERCE=PROFITTO NOI LOTTIAMO PER ABBATTERLO E PER COSTRUIRE UNA SOCIETÀ FONDATA SUL LAVORO CHE PRODUCE PER LA DISTRIBUZIONE EQUA DELLA PRODUZIONE = DEI BENI PRODOTTI COSTRUIAMO IL SINDACATO DICLASSE! ILQUARTIERE NEL TERRITORIO LAVORATORE FAI DÌ TE IL MOTORE DELLA LOTTA DÌ CLASSE PER LA CONQUISTA DEI TUOI DIRITTI SENZA MISERIA NÉ SFRUTTAMENTO, NÉ SFRUTTATOR INÉ SFRUTTATI LA LOTTA D’ICLASSE È LA VIA MAESTRA PER LA CONQUISTA DÌ UN NUOVO MONDO CONQUISTIAMO I VALORI E GLI IDEALI DÌ UNA SOCIETÀ DÌ CLASSE. IL TEMPO CI DARÀ RAGIONE!

SI COBAS- PREFERIAMO LA VIA DELLA LOTTA CHE LA VIA DELLA CONCILIAZIONE

Da Windows Live Writer

Per un 2018 di riscossa, giustizia e ramazza proletaria...

1921, il compagno Lenin spazza via l’immondizia dal mondo

Piccolo gruppo compatto, noi camminiamo per una strada ripida e difficile tenendoci con forza per mano. Siamo da ogni parte circondati da nemici e dobbiamo quasi sempre marciare sotto il fuoco. Ci siamo uniti, in virtú di una decisione liberamente presa, allo scopo di combattere i nostri nemici e di non sdrucciolare nel vicino pantano, i cui abitanti, fin dal primo momento, ci hanno biasimato per aver costituito un gruppo a parte e preferito la via della lotta alla via della conciliazione. Ed ecco che taluni dei nostri si mettono a gridare: " Andiamo nel pantano! ". E, se si incomincia a confonderli, ribattono: " Che gente arretrata siete! Non vi vergognate di negarci la libertà d’invitarvi a seguire una via migliore? ". Oh, sí, signori, voi siete liberi non soltanto di invitarci, ma di andare voi stessi dove volete, anche nel pantano; del resto pensiamo che il vostro posto è proprio nel pantano e siamo pronti a darvi il nostro aiuto per trasportarvi i vostri penati. Ma lasciate la nostra mano, non aggrappatevi a noi e non insozzate la nostra grande parola della libertà, perché anche noi siamo " liberi " di andare dove vogliamo, liberi di combattere non solo contro il pantano, ma anche contro coloro che si incamminano verso di esso.... Tratto da:

V.I. Lenin il "Che fare?" scritto tra l’autunno 1901 e il febbraio 1902, pag.39 ediz.Editori Riuniti del Luglio1977.

sabato 25 maggio 2013

Processo cooperative: 100 Cobas e attivisti dei centri sociali presidiano il tribunale

Scioperi-Bennet, niente presidio in attesa del dibattimento

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SARONNO – Trattandosi di un’udienza puramente tecnica i sindacalisti

e i lavoratori imputati nel processo per gli scioperi del luglio 2008 alla centro logistico

Bennet di Origgio hanno deciso di annullare il presidio che avevano intenzione di organizzare

davanti alla sede del tribunale saronnese in via Varese.

“Concentreremo le nostre forze sulla prossima udienza – ha spiegato Vincenzo Ascione – i lavoratori e le delegazioni sindacali sono pronti a far sentire la propria presenza e vicinanza agli imputati sia per far passare il concetto che la lotta non si persegue e sia perchè siamo convinti che questo processo esuli quanto successo ad Origgio e sia soprattutto politico”.

Ultimata la parte iniziale il giudice Piera Bossi ha fissato il calendario delle prossime udienze a partire dal 7 ottobre quando

il processo entrerà nel vivo con l’apertura del dibattimento.

24052013

Processo cooperative: 100 Cobas e attivisti dei centri sociali presidiano il tribunale

LINK VIDEO

http://ilsaronno.it/?p=6021

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZvwSI86OCd8

http://youtu.be/ZvwSI86OCd8

http://youtu.be/NPnqgwS2c9Y

Cobas e lavoratori quest’oggi imputati; alta tensione in tribunale a Saronno

saronno tribunale esterno2SARONNO – Tribunale “sotto assedio” questo pomeriggio per l’avvio

del processo a venti fra sindacalisti e lavoratori di cooperative, nonchè esponenti

di centri sociali milanesi: erano stati denunciati dalla Digos di Varese per quanto accaduto

nel 2008 davanti ai cancelli del deposito Bennet di Origgio.

Il giudice monocratico, Piera Bossi, ha fissato una udienza “fuori orario”;

si inizia infatti alle 15, annunciati presidi di solidarietà agli imputati sia da parte del sindacato autonomo

che da parte dei militanti del centri sociali.

A vario titolo gli imputati devono rispondere di reati che vanno dal “presidio non autorizzato”,

alle minacce, dalle lesioni al furto.

Nel 2008 si erano succedute le manifestazioni, legate a rivendicazioni salariali, da parte dei soci di cooperativa

che operavano all’interno dei magazzini Bennet, sostenuti dal sindacato Si Cobas ed anche

da attivisti dei centri sociali.

In alcune occasioni, davanti alla Bennet in via per Lainate, c’erano stati momenti di tensioni, con il blocco dei

camion in entrata ed uscita.

Era il novembre 2011 quando la Digos di Varese, al termine delle indagini sull’accaduto, aveva deferito all’autorità giudiziaria

le persone che era si ritrovano a processo.

La prima udienza, lunedì scorso, si è conclusa in pochi istanti, causa l’assenza di uno degli avvocati e dunque un obbligato rinvio.

Stavolta si dovrebbe entrare nel merito della vicenda, anche se difficilmente si arriverà già alla sentenza.

28/01/13

Processo cooperative: 100 Cobas e attivisti dei centri sociali presidiano il tribunale

SARONNO – Per due ore, un centinaio tra attivisti Si Cobas, lavoratori e simpatizzanti del centri sociali sono rimasti

in piedi davanti al tribunale di via Varese. Sono rimasti fuori al freddo con bandiere, striscioni, volantini e tanta dignità

per far sentire la propria solidarietà ai 26 dipendenti di cooperative finiti alla sbarra per le manifestazioni sindacali avvenute nel 2008

davanti al magazzino Bennet di Origgio. Diverse le accuse mosse agli imputati che vanno dal “presidio non autorizzato”,

alle minacce, dalle lesioni al furto.

“L’obiettivo di questo processo – si legge nel volantino distribuito nel corso del presidio – è isolare e criminalizzare

le lotte di questi lavoratori che non si sono piegati davanti alle cariche e alla concentrazione confederale.

Si vuole anche spezzare la catena di solidarietà che diverse strutture politiche e sociali hanno provato a costruire

intorno ai numerosi conflitti” E concludono:”La nostra risposta alla repressione è quella di continuare con le

mobilitazioni, investendo ancor più coerentemente in questo progetto di lotte che si allarga sciopero dove sciopero.

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Tra i diversi striscioni esposti davanti al tribunale, approfittando dei cartelloni elettorali appena posizionati, non è mancato

un riferimento al caso dellIndustriale Chimica, l’azienda della multinazionale Chemo di via Grieg dove,

a causa di un contenzione con Bayern per l’uso di un brevetto, sono stati annunciati 50 esuberi e la volontà di non

rinnovare 13 contratti a termine. Tra i partecipanti al presidio anche una nutrita rappresentanza del centro sociale Telos.

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Mentre all’esterno si distribuivano volantini e si esprimeva solidarietà nel tribunale davanti al giudice Piera Bossi si è

tenuta la prima udienza con la costituzioni delle parti civili, tra cui il supermercato Bennet, e la gestione di alcuni problemi

specifici come una notifica mancante e il caso di un’imputata che forse non può essere processata perchè con problemi

psichici. E’ stata fissata la prossima udienza per venerdì 29 marzo alle 15.

Il rompete le righe è arrivato poco dopo le 16 quando i manifestanti si sono dispersi senza nessun problema di ordine pubblico.

I carabinieri hanno presidiato il tribunale per l’intera giornata ma non si sono verificati disordini.

© 2013, ilSaronno

giovedì 5 luglio 2012

LA LOTTA CONTRO GLI SFRATTI CONTINUA A VERBANIA

Vb una famiglia rischia di perdere la casa

Creato Martedì, 03 Luglio 2012 14:55

Scritto da Maria Elisa Gualandris

BLOCCATO LO SFRATTO

VOGLIAMO CASE POPOLARI

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E’ arrivato il giorno dello sfratto per la famiglia di El Mustafà Essabri, residente a Verbania in via Franzosini.

Da tempo con il sostegno del S.i. Cobas della Provincia di Varese chiedeva al Comune un aiuto per non

perdere la casa: da settembre infatti non poteva pagare l’affitto perché aveva perso il lavoro.

Questa mattina il sindacato ha organizzato un presidio davanti alla casa in attesa dell’ufficiale giudiziario.

Che però ha portato una buona notizia: i padroni di casa hanno concesso una proroga di 15 giorni.

“Torniamo a chiedere all’amministrazione comunale l’assegnazione urgente di un alloggio in

deroga alla graduatoria, in base al decreto per l’emergenza abitativa.

O almeno un contributo di mille euro per sanare parte del debito e avere un’ulteriore proroga”.

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DIGNITÀ PANE CASA LAVORO O SALARIO GARANTITO

Lunedì 25 Giugno 2012 DALLE ORE 20.00 alle ore 22 si terrà Il Presidio presso la Casa Comunale

di Piazzale Flaim Verbania durante lo svolgimento del Consiglio Comunale. E IL VENERDI’

29 GIUGNO 2012 Presidio davanti il Comune di Verbania Palazzo Civico - Piazza Garibaldi,

15 DALLE ORE 10 alle ore 14 con volantinaggio al mercato.

INVITIAMO TUTTI GLI ISCRITTI NELLA GRADUATORIA DEL BANDO DI CONCORSO

DEL 14 FEBBRAIO 2011 CHE SONO IN ATTESA DI UNA CASA POPOLARE CHE E’ DIVENTATO

UN MIRAGGIO E I POLITICI FANNO ORECCHIE DA MERCANTE, A PARTECIPARE A

QUESTE DATE PER FAR SENTIRE LA NOSTRA RABBIA, PER CONOSCERCI E NON

RIMANERE ISOLATI.

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L’assessore Balzarini come il Sindaco e la dirigente Aurora Martini gestiscono il potere amministrativo

a colpi di bacchettate senza capire di cosa si tratta, cercando di intimidire con frasi e dichiarazioni

DENIGRANTI il lavoratore disoccupato sfrattato per morosità incolpevole e con la sua famiglia in

estrema povertà che non vogliono un privilegio o favoritismi per scavalcare altri sfrattati. Stiamo

chiedendo una graduatoria e il regolamento comunale per l’emergenza abitativa (che non ha niente

a che vedere con la graduatoria ordinaria generale per l’assegnazione case popolari). Siete voi signori

del potere che alzate il gomito assegnando emergenza abitativa secondo il vostro criterio e non secondo

le leggi e regolamenti. Dov’è la delibera del Consiglio Comunale che stabilisce un regolamento comunale

e la Commissione per l'Emergenza Abitativa (C.E.A.) ecc.

Precisiamo, assessore Balzarini noi non stiamo strillando. Rivendichiamo un diritto, certo lei come fa a

capire non essendo disoccupata e sfrattata, non sosterrà certo la sua famiglia con un

Indennità mensile lorda: € 658,86 sarebbe lei stessa in mezzo alla strada e in povertà.

SIETE VOI SIGNORI DEL POTERE A CREARE LA GUERRA TRA POVERI

CHIEDIAMO CASE POPOLARI E MANUTENZIONARE QUELLE SFITTE

E BLOCCO DEGLI SFRATTI INCOLPEVOLI

LA CASA È UN DIRITTO NON UN BENE DI LUSSO

Verbania lunedì 18 Giugno- 2012- f.i.p

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LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

Emergenza abitativa presidio a Verbania Giovedì, 17 Maggio 2012

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Presidio sotto il municipio di Verbania stamattina promosso da S.I. Cobas per l’emergenza abitativa: un caso di sfratto

per un cittadino extracomunitario è stata l’occasione per accendere i riflettori su un problema che, hanno sottolineato

i manifestanti, interessa decine di famiglie e di persone, straniere ed italiane. Gli stessi hanno evidenziato la

mancanza di alloggi destinati all’emergenza abitativa, a famiglie e persone che hanno perso il posto di lavoro e quindi

non sono in grado di corrispondere un affitto. <Al momento non abbiamo appartamenti liberi, la lista d’attesa conta

quasi 200 persone, nessuna discriminazione ma la legge è uguale per tutti>. Così risponde il

Sindaco Marco Zacchera al presidio promosso da SI Cobas, aggiungendo che lo sfratto che ha fatto scoppiare

il caso interessa una persona giunta in città in una situazione drammatica, alla quale

per tre anni è stato dato un alloggio senza pagare l’affitto . <Ma lui ne ha abusato,

ha portato in Italia altre persone dal Marocco, alle quali è stata fornita tra l’altro puntuale assistenza sanitaria>

ha sottolineato il primo cittadino aggiungendo di averlo ricevuto per ben tre volte, per spiegargli la mancanza di appartamenti

liberi e la necessità di essere duttili in una situazione di diffusa difficoltà.

clip_image004IL SINDACO Zacchera Marco è ALTERATO e si lascia andare in dichiarazioni FALSE.

Il Lavoratore ESSABRI EL MOSTAFA nell’abitazione di EMERGENZA ABITATIVA del 2005 -2007 è

stato sfrattato non per MOROSITÀ ma per finita locazione. Il SINDACO non è contento e c è da capire

del suo stato d’animo ALTERATO e quindi disturbato dalla LEGGE per il RICONGIUGIMENTO.

E non soddisfatto della sua esibizione ci ha fornito l’assistenza SANITARIA? (è troppo ALTERATO

perdendo di vista la RAGIONE). Si rammenta al Sindaco che il Lavoratore IMMIGRATO lavorando

versa i CONTRIBUTI dalla BUSTA PAGA al Sistema Sanitario e TASSE.

Marco Zacchera Sindaco di Verbania. La carriera politica

Nel 1975 è stato eletto consigliere comunale di Verbania, venendo sempre riconfermato nelle successive elezioni.

Nel 1984 è eletto consigliere provinciale della provincia di Novara per il Movimento Sociale Italiano.

Nel 1990 è eletto consigliere regionale del Piemonte. Nel 1994 è eletto alla Camera dei deputati.

Nel 1995 è eletto consigliere provinciale della provincia del Verbano Cusio Ossola.

Si candida a Sindaco di Cuneo per Alleanza Nazionale ottenendo il 5.4% Nel 1996 è rieletto alla Camera dei

deputati per Alleanza Nazionale. È membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari.Membro del consiglio

direttivo di AN alla Camera Nel 2001 è confermato alla Camera dei deputati. Nello stesso anno è stato eletto

presidente della delegazione italiana alla UEO di Parigi ed componente del Consiglio d'Europa a Strasburgo.

Nel 2006 è confermato alla Camera dei deputati. È membro della IV Commissione (Difesa), della Delegazione

Parlamentare presso l'Assemblea del Consiglio d'Europa e della Delegazione Parlamentare presso l'assemblea

dell'Unione dell'Europa. Nel 2008 viene rieletto per il Popolo della Libertà. È membro della III Commissione

(Affari esteri e comunitari). L'8 giugno 2009 viene eletto sindaco di Verbania con il 54.3% dei voti in rappresentanza

di una coalizione di centrodestra.

In consiglio comunale, è sostenuto da una maggioranza costituita da

Popolo della Libertà Lega Nord Lista Civica per Verbania UDC Lista Pensionati

Il mandato amministrativo scade nel 2014.

Verbania – 24/5/2012

SEDE PROV. VIA CASSANO N.22 BUSTO ARSIZIO ZONA QUARTIERE SANT. Anna.

E-MAIL- sicobasvaresebusto@libero.it-TEL. 339/6242893

Vb emergenza abitativa presidio davanti al municipio

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Creato Giovedì, 24 Maggio 2012 18:10 Scritto da Cristina Pettenuzzo

Nuovo presidio di S.I. Cobas per l’emergenza abitativa sotto i portici del municipio di Verbania. Viene contestato

un caso di sfratto che ha colpito un cittadino extracomunitario che dal prossimo 3 Luglio si troverà senza casa.

Al sindacato non sono piaciute le parole del sindaco Marco Zacchera il quale avrebbe detto che il cittadino

non avrebbe pagato l’affitto per tre anni, lo stesso sostiene che ciò non corrisponderebbe a verità. Intanto

l’extracomunitario e il sindacato lamentano che il comune ha assegnato un alloggio ad una famiglia, la domanda

che si pongono è se si sia rispettata una graduatoria.

Verbania lunedì 18 Giugno- 2012- f.i.p

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mercoledì 13 giugno 2012

Basiano, protestano i lavoratori licenziati

Vigliacca e brutale repressione poliziesca contro i lavoratori in lotta.

Lunedì mattina, davanti all'azienda Gartico di Basiano, un centinaio di operai immigrati spalleggiati da centri sociali e Cobas si sono scatenati contro le forze dell'ordine per impedire l'ingresso dei «crumiri» con i quali l'azienda li aveva sostituiti. Sono volati pugni, calci e manganellate; lanciati pietre, rami, cartelli stradali e altri oggetti. Diciotto i fermati (Newpress)

Vigliacca e brutale repressione poliziesca contro i lavoratori in lotta.Solidarietà proletaria a chi lotta.Non solo licenziati, ma anche bastonati e (alcuni) arrestati. Questo è quello che è successo a novanta lavoratori egiziani e pakistani in presidio davanti ai cancelli della Gartico,i magazzini della catena di supermercati il Gigante, una logistica di Bassiano, in Brianza.Alimentare la lotta fra poveri, mettere gli sfruttati gli uni contro gli altri, dividere i proletari fra nazionalità ed etnie è da sempre il modo con cui i padroni cercano di impedire che si realizzi l’unità di classe degli sfruttati contro gli sfruttatori.Nella crisi difendere il posto di lavoro e il salario, cercare di impedire che il proprio posto di lavoro sia occupato dai “crumiri” di un’altra cooperativa, diventa un grave atto d’insubordinazione, un gesto di ribellione che potrebbe essere seguito dai milioni di lavoratori nella stessa condizione: per questo va punito con la massima violenza dalle “forze dell’ordine democratico”.A differenza di chi si scoraggia, si avvilisce, si deprime e si toglie la vita, i lavoratori delle cooperative Alma e Bergamasca hanno scelto l’unità di classe, la lotta contro lo sfruttamento: un esempio pericoloso di questi tempi, e per questo sono stati puniti con lancio di lacrimogeni, manganellate, gambe spezzate. Ma gli operai non si sono arresi, non sono fuggiti e nello scontro con i carabinieri hanno cercato di difendersi a mani nude, con le loro braccia (che sono quelle braccia che costruiscono la ricchezza delle nazioni, di cui si appropriano i capitalisti) e con quello che hanno trovato, subendo decine di feriti e arresti. A loro, a tutti i proletari che resistono e lottano contro lo sfruttamento capitalista, va la nostra solidarietà militante e il nostro rispetto. Il capitalismo è violenza, miseria, sfruttamento e non è riformabile.Solo con una rivoluzione proletari che distrugga dalle fondamenta la società capitalista - che considera normale che degli esseri umani siano ridotti a schiavi e sacrificati sull’altare del profitto -  è possibile costruire una società di

CLASSE per il COMUNISMO,

una società, in cui si produce per soddisfare i bisogni degli esseri umani e non per il profitto. Una società in cui lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la distruzione della natura siano messi al bando e puniti come un crimine contro l’umanità.

GURRIGLIA URBANA CONTRO I CARABBINIERI,30 FERITI

Rivolta di un centinaio di operai immigrati, spalleggiati da centri sociali e Cobas, contro i «crumiri»  (Newpress)

MILANO - Guerriglia urbana nelle prime ore di lunedì mattina a Basiano, nel Milanese. Un blindato dei carabinieri semidistrutto, pullman e auto devastati, una trentina di feriti. E' accaduto alle 7.45 davanti ai cancelli della Gartico Scarl, un polo di smistamento merci per diversi supermercati, in via Alfieri, zona industriale. I lavoratori, circa un centinaio,la maggior parte dei quali di origine egiziana e pachistana, sostenuti da sindacalisti di base e qualche antagonista dei centri sociali, stavano picchettando l'ingresso del magazzino per protestare contro il licenziamento di massa e il ridimensionamento delle retribuzioni avvenute con l'ingresso di una nuova cooperativa al posto della precedente che li impiegava. Basiano, gli scontri al presidio. 

IL PULLMAN - Intorno alle 7.40 è arrivato un pullman che trasportava una cinquantina di «nuovi assunti» e le forze dell'ordine hanno chiesto ai lavoratori di lasciarlo passare. Dopo aver ricevuto un netto rifiuto, una trentina di carabinieri in assetto antisommossa ha iniziato a pressare sul cordone di operai. Tra i due schieramenti sono volati pugni, calci e manganellate, poi gli operai hanno scatenato un fitto lancio di oggetti (cartelli stradali, «panettoni» in cemento, biciclette, oltre a pietre e rami) facendo arretrare i militari, gli agenti della Digos e i funzionari della Questura,che hanno risposto con il lancio di alcuni lacrimogeni per disperdere i lavoratori. I FERITI - Le persone trasportate in ospedale dal 118 sono 26 (tra cui diversi carabinieri), ma sono almeno una decina i contusi che hanno preferito non ricorrere alle cure mediche.Le persone fermate dalle forze dell'ordine sono 18: molti potrebbero venire arrestati nelle prossime ore. Un blindato dei carabinieri è rimasto danneggiato dalle sassate.In una nota, la Confederazione unitaria di base (Cub) ha condannato «duramente il comportamento delle forze dell'ordine che hanno caricato operai inermi, la cui unica responsabilità è la difesa del proprio lavoro», sottolineando che lunedì mattina si è assistito alla «replica all'attacco dell'8 giugno scorso contro il picchetto dei lavoratori in sciopero davanti ai magazzini del Gigante, con il medesimo obiettivo di far entrare nell'azienda crumiri venuti dall'esterno per lavorare al posto dei lavoratori». I PRECEDENTI - Momenti di tensione con i carabinieri si erano già verificati nei giorni scorsi, da quando la società aveva deciso di interrompere il rapporto di lavoro con la cooperativa che fornisce il servizio di facchinaggio. I lavoratori avevano creato un presidio permanente di protesta per le condizioni di lavoro, e un primo episodio di tafferugli era avvenuto venerdì scorso. La Gartico si occupa di logistica e in particolare di trasporti di alimentari. La cooperativa, la Alma Group di Peschiera Borromeo (Milano), ha deciso 89 licenziamenti dichiarando l'impossibilità di ricollocare gli esuberi in altre attività del gruppo. Gli ex dipendenti sostengono però che il licenziamento sarebbe avvenuto proprio in un momento di «ribellione» alle «ingiuste condizioni di lavoro» alle quali si ritenevano sottoposti.

Leila Codecasa e Redazione Milano online11 giugno 2012 | 21:26

Lunedì mattina, davanti all'azienda Gartico di Basiano, un centinaio di operai immigrati spalleggiati da centri sociali e Cobas si sono scatenati contro le forze dell'ordine per impedire l'ingresso dei «crumiri» con i quali l'azienda li aveva sostituiti. Sono volati pugni, calci e manganellate; lanciati pietre, rami, cartelli stradali e altri oggetti. Diciotto i fermati (Newpress)

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Ventidue i feriti, in maggioranza carabinieri (Fotogramma)

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I lavoratori hanno bloccato i cancelli della ditta

I manifestanti fronteggiano i carabinieri

Dopo un iniziale momento di tranquillità, lo sciopero è degenerato

Le forze dell'ordine pronte ad intervenire

I carabinieri hanno caricato i manifestanti

Momenti di forte violenza

Uomini a terra, feriti

I manifestanti riversano la loro rabbia contro uno dei pullman della ditta

Basiano, mattinata di guerriglia